lega ippica, domande

Salve, dunque spero che qualche attivista della lega ippica possa chiarirmi i dubbi sul progetto...

1) Com'è possibile che un settore in crisi durissima rifiuti per principio ogni aiuto pubblico ? Ho qualche esperienza (professionale) di ristrutturazioni industriali e non ho un solo altro esempio di questo tipo in memoria.

2) Qual è il "piano industriale" al di là degli slogan ? In particolare, variabile fondamentale per avere un'idea della taglia del settore: quanti puledri trottatori potrà produrre l'ippica italiana ? Lo chiedo perché ho letto sostenitori della Lega Ippica indicare che la produzione di qualità medio-bassa deve scomparire, l'allevamento italiano deve concentrarsi sulla produzione di puledri "a cinque stelle". Questa è ovviamente una conseguenza inevitabile del rifiuto di ogni aiuto pubblico di cui al punto precedente. Ora, è sotto gli occhi di tutti l'effetto devastante (per il numero di partenti, e quindi per lo spettacolo e per le scommesse) della riduzione del numero di nascite, passato in qualche anno da 5.000 a poco più di 3.000 (lettere R). La riduzione è poi continuata, quest'anno sono stati registrati poco più di 2.000 puledri. Una volta eliminata la produzione "medio-bassa" a quanto ci si fermerà ? Diciamo mille (a stare larghi)? Se questo è l'obiettivo, va detto chiaramente che il sistema attuale, pensato per 5mila nascite, deve ridursi dell'80%. Il che vuol dire: cancellate quattro riunioni di corse su cinque, chiusi 4 ippodromi su 5, licenziati 4 artieri su 5 eccetera, 4 allenatori e guidatori su cinque devono cambiare mestiere ecc.

3) Proprio a proposito di nascite, l'italia sta pagando la perdita totale di centralità dell'allevamento. Al punto che nel CdA della costituenda lega ippica gli allevatori potranno essere messi tranquillamente in minoranza anche contro il parere del governo. Hanno pensato gli allevatori che sostengono il progetto a questa eventualità ? Nel CdA sono previsti 4 esponenti delle società di corse, 2 dei proprietari (uno per il trotto e uno per il galoppo), 2 allevatori (idem), 2 membri di nomina governativa e un presidente "super partes" (non ho capito se eletto o nominato e da chi ma poco importa). Supponiamo che società di corse e proprietari decidano di eliminare completamente ogni provvidenza allevatoria: avranno 6 voti su 11, quindi la proposta passerà anche nel caso che i due esponenti e il presidente super partes si opponessero insieme agli allevatori.

4) Dove l'ippica ha funzionato bene (oggi solo in Francia, ma nel passato anche in Italia) l'allevamento aveva invece un ruolo centrale. E'questo il motivo che legittimava gli interventi pubblici: non trasferimenti di denaro "a perdere", ma politica attiva del governo a tutela di un interesse PUBBLICO, quello della gestione e della cura del territorio. Centinaia di settori e produzioni AGRICOLE non solo in Italia ma in tutta Europa sono ancora oggi sostenute in questa ottica, e cosi' era per l'allevamento di cavalli da corsa. Non a caso la defunta Unire portava nel nome "l'incremento delle razze equine". La crisi dell'ippica italiana - al di là di ruberie, pessima gestione eccetera, problemi a tutti noti ma anche molto antichi - nasce precisamente nel momento in cui si rompe il legame tra scommessa ippica e allevamento, e il gioco sulle corse viene equiparato a quello sul calcio, o alle slotmachines eccetera. Perché mai il governo dovrebbe sovvenzionare il gratta e vinci ? Perché allora sovvenzionare l'ippica se è un gioco come tanti altri ? Mi sembra pero' che il progetto della Lega Ippica accresca il distacco dalla visione che ancora oggi domina in Francia, e vada esattamente nella direzione dell'equiparazione tra l'ippica e le altre tipologie di scommesse. Le società di corse, che svolgono un ruolo determinante nel progetto, non nascondono d'altronde che negli ippodromi ristrutturati non ci saranno solo corse "vere" ma anche molte altre forme di gioco e scommessa.

5) Chiudo rapidamente e mi scuso della lunghezza del messaggio segnalando che sulla Francia vengono dette delle castronaggini enormi da ogni parte. Ad esempio: è ben vero che oggi il PMU - esclusivamente su internet - propone agli scommettitori una grande quantità di scommesse su eventi sportivi diversi dall'ippica. Ma non viene detto che TUTTI i soldi guadagnati dal PMU grazie alle scommesse su calcio, basket e quant'altro vengono riversati proprio al settore ippico. Altro esempio, il PMU è un'associazione senza fine di lucro (grossa differenza rispetto agli operatori nostrani). E' ben vero che le società di corse fanno parte degli associati, ma non viene detto che le società di corse sono a loro volta associazioni senza fine di lucro, i cui soci altri non sono che... gli allevatori.

6) Visto che lo slogan della Lega è "l'ippica agli ippici" mi sorprende molto che vengano ignorate le associazioni di categoria. In quanto (piccolo) allevatore, non mi ritrovo sempre d'accordo con le decisioni prese dall'Anact: ma so che consiglio direttivo e Presidente - quelli di oggi, quelli di ieri e spero quelli di domani - sono democraticamente eletti e quindi per davvero rappresentativi della categoria. "L'ippica agli ippici" per me vuol dire che le associazioni di categoria devono giocare un ruolo centrale nel nostro futuro; mi pare invece che la Lega ippica punti esattamente al risultato contrario.