NUOVO REDDITOMETRO - L'ONERE DELLA PROVA E' A CARICO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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sperl@k
00giovedì 10 gennaio 2013 12:16
E' il Fisco che deve dimostrare se un contribuente ha una capacità economica diversa da quella dichiarata

Il pronunciamento della Corte di Cassazione in materia di accertamenti sintetici nei confronti dei contribuenti "è giustissimo e, nel momento in cui si forma giurisprudenza è inevitabile il riferimento agli strumenti successivi, quale appunto il nuovo redditometro". Roberto Falcone, presidente dell'associazione nazionale di tributaristi della Lapet, non ha dubbi sul fatto che la sentenza 23554/12 depositata il 20 dicembre scorso dalla sezione tributaria civile della Corte di Cassazione, "è importantissima in quanto stabilisce l'inversione dell'onere della prova, che deve essere a carico dell'amministrazione fiscale anche per il nuovo redditometro". "In caso contrario infatti - dice Falcone - si crea disparità a danno delle famiglie e si limita il diritto di difesa del cittadino sancito dal dettato costituzionale. Si entra insomma nel campo giuridico della cosiddetta "prova diabolica": come faccio a dimostrare la spesa se non ho l'obbligo di conservare gli scontrino, come nel caso degli acquisti al dettaglio. L'imprenditore acquista beni o servizi e chiede la fatturazione, il privato non ne ha obbligo. Se il fisco afferma che ho effettuato spese di abbigliamento per 5mila euro, come faccio a dimostrare che non è vero?".
E' il Fisco che deve dimostrare se un contribuente ha una capacità economica diversa da quella dichiarata - Il pronunciamento della Cassazione, presidenza della sezione Marco Pivetti, riferito a un contenzioso risalente al 1994 tra un cittadino e l'agenzia delle Entrate, getta scompiglio tra le regole del nuovo Redditometro applicabile a partire dalle dichiarazione del 2010. Anzi, in merito all'onere della prova ne inverte addirittura il principio, sulla base della valutazione che le presunzioni del fisco nel determinare la capacità di reddito delle persone fisiche sono "semplici", standardizzate. "Il contribuente viene tassato sulla sua reale capacità contributiva, se il Fisco afferma che ha invece una capacità diversa, deve essere quest'ultimo a dimostrarlo e non il contribuente, è sacrosanto" prosegue Falcone ricordando che già con gli studi di settori la Cassazione si era espressa per la fattispecie propria della "presunzione semplice"; lo stesso principio si applica al redditometro. Falcone scommette sul fatto che il contenzioso tributario "si moltiplicherà e difficilmente, davanti alle commissioni tributarie il fisco avrà alte probabilità di vittoria, anzi sono convinto del contrario".
Lapet esprime forti perplessità sul redditometro - Sul piano fiscale, "le attuali norme non prevedono la contabilità familiare, se il fisco italiano si vuole avvicinare al sistema fiscale statunitense, allora le famiglie devono poter dedurre anche i costi, così come avviene in Usa dove le famiglie sono trattate come piccole aziende". Sul nuovo strumento del redditometro, il presidente della Lapet esprime "forti perplessità, si è voluto accelerare un processo in un momento di grave recessione, con una standardizzazione degli accertamenti che è stata già stigmatizzata dai giudici della Cassazione".
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